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martedì 21 febbraio 2012

Telecom Italia si statalizza 2012

Vi riporto questa notizia. si apsettano commenti.


La riforma Il negoziato Lo sviluppo Il rilancio dell' agenda digitale


Rete telefonica fissa, torna la tentazione dell' intervento Cdp



MILANO - Un po' tormentone, un po' fantasma brizzolato negli ultimi anni il tema ha sempre influenzato le discussioni sul futuro della rete fissa di Telecom Italia e il destino della nuova infrastruttura a banda ultra larga Ngn: è ipotizzabile oppure no uno scorporo dal gruppo della spina dorsale dove corrono le nostre telefonate e i dati? E anche questa volta, seppure fugacemente, la tentazione è tornata. L' ipotesi di una partecipazione in qualche forma della Cassa depositi e prestiti - nella sostanza il famigerato piano Rovati, dal nome dell' amico e consulente dell' allora premier, Romano Prodi, che ci lavorò creando un caso politico - è ricomparsa nelle scorse settimane sui tavoli romani. Altrettanto velocemente il «ragionamento» è evaporato così come era comparso, ha confermato una fonte ministeriale, anche perché non sfugge che i finanziamenti bancari sono legati a doppia mandata al valore intrinseco della rete e, senza, Telecom avrebbe un problema non secondario nella gestione del debito monstre di circa 30 miliardi. In ogni caso, il ritornello scorporo, per quanto abusato, è forse il sintomo più significativo di un male oscuro nella discussione. Nel passaggio tra l' ultimo governo Berlusconi e l' attuale esecutivo guidato da Mario Monti la tensione tra Telecom Italia e gli altri operatori telefonici - spesso sottesa a sorrisi e strette di mano - per la rielaborazione della nervatura di telecomunicazioni e di Internet sembrava essere scomparsa. Ma sotto la cenere nulla è cambiato. Sono diversi i retroscena mai emersi. Morto, dopo un pesante scontro con il presidente esecutivo di Telecom, Franco Bernabè, il piano dell' ex ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani - la cui fine, almeno ufficiosamente, risalirebbe a una cena tra i principali manager del settore riuniti qualche mese fa a Capri - il piano Cdp-Metroweb è sembrato sulla carta il miglior sostituto per dotare il territorio nazionale, con un modello pubblico-privato, di una rete moderna e capillare. La partecipazione dello Stato, come nel laboratorio Trentino Alto Adige, è giustificata dalla necessità di intervento sul digital divide. Milano e la Lombardia sembravano il miglior trampolino per fare esperienza ed esportarla su scala nazionale. Lo stesso Franco Bassanini, presidente sia della Cdp che di Metroweb, ha mostrato ottimismo. «Metroweb, acquisita da F2i nel luglio del 2011 - si legge in un comunicato dello scorso 6 febbraio - rappresenta un importante esempio da poter replicare per sviluppare un progetto nazionale delle tlc a banda larga». Gli stessi ministri dello Sviluppo economico, Corrado Passera, e dell' Università, Francesco Profumo, riunitisi poi nella cabina di regia per l' Agenda digitale italiana (Adi), avevano già avviato a dicembre una consultazione con gli operatori telefonici sul tema «Progetto strategico agenda digitale italiana: implementare le infrastrutture di rete. Caratteristiche e modalità attuative». Il ministero dello Sviluppo ha iniziato a pubblicare in questi giorni i risultati di questo brain storming anche se, per volontà dell' azienda, la parte relativa a Telecom non è consultabile. D' altra parte, basta rileggere l' audizione dell' 8 febbraio di Bernabè davanti alla Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni guidata da Mario Valducci, per capire che le strade di Telecom e di Metroweb, apparse così vicine solo poche settimane fa, ora divergono (forse irreparabilmente). Come anticipato dal Corriere proprio il 6 febbraio l' ex monopolista ha approfittato del cambio di governo e anche dell' ottimismo diffuso sulla replicabilità su scala nazionale del modello Cdp-Metroweb - emersa peraltro come tema di dibattito nella stessa cena di Capri - per cambiare i propri progetti e puntare sul vectoring , una tecnologia che permette di portare una banda teorica in download fino a 100 Megabit al secondo anche su una rete ibrida fibra-rame. I vantaggi sono diversi: in parte riguardano l' abbattimento del costo (per l' ammodernamento dell' infrastruttura delle tlc in Italia, solo fino a pochi mesi fa, circolavano stime ufficiali che andavano da 8-10 a 20 miliardi, mentre Bernabè conta ora di farsi una rete da solo con molto meno di 8 miliardi). Il vectoring permette infatti di passare dal cosiddetto Fiber to the Home (la fibra fino a casa) al Fiber to the Cabinet (fino alla centralina). La stessa Telecom ha calcolato che gli ultimi 400 metri di rame che separano, in media, queste dalle case, potrebbero essere salvati in una fase «uno», con il vantaggio di farci rispettare l' Agenda digitale europea 2020. In una fase «due» si dovrebbe poi modificare ulteriormente la rete, anche se la divisione dei due interventi comporta un surplus di costo non secondario e lascia nel settore qualche dubbio sulla volontà effettiva di concluderla. Il vero vantaggio si chiama «ri-monopolizzazione» della rete come l' ha definita sempre davanti a Valducci pochi giorni fa l' amministratore delegato di Wind, Ossama Bessada. La probabilità di una doppia rete Ngn, visti i costi, tende allo zero. Lo Stato, con un possibile repechage da parte del governo del secondo step del piano per il digital divide - ora fermo - si accollerebbe il costo delle aree a fallimento di mercato. Il ministro Profumo ha già mostrato in un' intervista di condividere questa evoluzione definendo il digital divide la vera priorità. E non è un caso che proprio questa settimana sia partita la campagna di marketing per mostrare le potenzialità della rete mobile di nuova generazione Lte. L' industria delle tlc è agitatissima. La palla è in mano al governo. Il parlamento dovrebbe mettere in discussione il disegno di legge per lo sviluppo della domanda di servizi della pubblica amministrazione proposto dall' ex ministro Paolo Gentiloni e Roberto Rao. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, si è mostrato sensibile a un argomento che ha finalmente catturato l' attenzione della classe politica ma è solo quando sarà svelato il contenuto dell' Agenda digitale e saranno definite le mosse della cabina di regia del governo Monti che sarà possibile capire cosa accadrà della partita rete fissa. Massimo Sideri Twitter: @massimosideri RIPRODUZIONE RISERVATA



Sideri Massimo





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(20 febbraio 2012) - Corriere della Sera



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