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domenica 20 gennaio 2013

Telecom, show di Grillo in assemblea

Il comico spara a zero sui dirigenti: "Avete le pezze al c... In America sareste in galera"

Telecom, show di Grillo in assemblea
Ai dirigenti: "Dovreste dimettervi"

Presenti 284 persone, in rappresentanza di 832 portatori di azioni, pari al 36,06% del capitale
Buora: "E' un'azienda strutturalmente sana e non ha certo bisogno di essere risanata"

<B>Telecom, show di Grillo in assemblea<br>Ai dirigenti: "Dovreste dimettervi"</B>Grillo mostra il bilancio di Telecom

ROZZANO (MILANO) - Carlo Buora e gli altri membri del cda di Telecom (Tronchetti Provera non c'era) hanno quantomeno dimostrato di avere i nervi saldi. Per circa mezz'ora sono rimasti seduti al loro posto a farsi massacrare da uno scatenato Beppe Grillo che è intervenuto tra i primi all'assemblea della società in corso a Rozzano e destinata a durare molto a lungo. E' stato uno spettacolo con il comico come mattatore, i piccoli azionisti come pubblico a spellarsi le mani e il cda al completo a subire col sorriso sulle labbra e il fegato da scoppiare.

Sembrava di stare a teatro. Un teatro per adulti, qua e là anche un po' sboccato, con il comico che ha alternato parti "serie" di un intervento scritto e parti esilaranti. Condite da domande decisamente imbarazzanti: "Guido Rossi ha parlato di una Chicago - ha detto Grillo - degli anni '20 e vorrei proprio sapere chi è Al Capone".

In qualche punto, probabilmente, ha rischiato la querela: "Faccio il comico e qui non dovrei esserci - ha detto - ma penso a quelle migliaia di piccoli azionisti che mi hanno dato la delega e che non posso rappresentare perchè la Consob ha fatto una legge perchè non potessero essere rappresentati".



Grillo ha ricordato che il presidente della Consob Lamberto Cardia "mi ha scritto ben tre lettere per dirmi di stare attento, perchè turbavo la Borsa. Lo stesso ministro Di Pietro, che ha avallato la mia iniziativa, ha ricevuto lettere dello stesso tenore. Cardia riversa su di me le attenzioni che forse vorrebbe riservare ad un figlio, ma che non può farlo, visto che il suo faceva parte della Popolare di Lodi. Peccato - ha proseguito - che non abbiano in passato riservato la stessa attenzione per la Parmalat, la Cirio, La Popolare di Lodi".

Battuta feroce su Marco Tronchetti Provera che ha mandato un avviso dicendo che non poteva esserci perchè ammalato. "E' proprio vero - ha sottolineato Grillo - che il mondo si è rovesciato: Tronchetti che manda un avviso invece che riceverlo"

Rivolgendosi quindi agli azionisti "l'Italia si è capovolta - ha detto Grillo- i veri proprietrari siete lì ad ascoltare i veri dipendenti che sono là". Analizzando la situazione di Telecom, il comico ha sottolineato come "la privatizazzione di Telecom abbia di fatto spogliato l'azienda. Bastava fare delle analisi da ragioniere ed io che lo sono ragioniere, le ho fatte. Presunti manager con le pezze al c..., hanno indebitato l'azienda". Le sue ultime parole sono state: "Dimettetevi. Fate un favore al Paese. Andatevene".

Già prima di entrare in sala, Grillo aveva dato spettacolo all'esterno. E' arrivato agitando il libro rosso del bilancio: "Roba da neuropsichiatria. Ormai - ha insistito - si sono venduti tutto". Quanto alla possibilità di un intervento da parte di Carlos Slim, l'imprenditore messicano a capo del gruppo American Movil, Grillo ha commentato: "Figuratevi se uno degli uomini più ricchi del mondo si compra un cadavere simile. Comunque - ha puntualizzato - con il 13% controllerebbe la società". E rivolto ai lavoratori delle tlc presenti di fronte all'ingresso a manifestare, Grillo ha aggiunto: "dovevate venire in 80.000 A manifestare perchè se arriva il messicano vi manda a casa in 30.000".
<B>Telecom, show di Grillo in assemblea<br>Ai dirigenti: "Dovreste dimettervi"</B>La protesta dei lavoratori

Troppi azionisti, allarme sicurezza. Per partecipare all'assemblea stamane, a Rozzano, sono arrivati in 284. Anche il vicepresidente Carlo Buora ha notato "un'affluenza di azionisti decisamente superiore alla media", tanto da chiedere aiuto ai vigili del fuoco per lo sgombero delle uscite di sicurezza. Se non saranno liberate le uscite di sicurezza, ha avvertito Buora, i vigili del fuoco ci obbligheranno a lasciare la sala". I soci rappresentati sono 832 portatori di 4.824.959.170 azioni ordinarie pari al 36,06% del capitale ordinario.

Buora: "L'azienda è sana". Ma Buora ha difeso l'operato dell'azienda: Telecom Italia, ha detto iniziando la discussione sul primo punto all'ordine del giorno dell'assemblea, l'approvazione del bilancio 2006, è "un'azienda strutturalmente sana". "Dovrei aggiungere che è una azienda robusta - ha aggiunto - capace come è stata l'anno scorso di resistere ai fortissimo contraccolpo dei continui cambi al vertice e delle inchieste giudiziarie". I suoi conti, ha insistito Buora, mostrano "livelli di performance fra i migliori del mondo e d'Europa: questa società è tutto fuorchè un malato da risanare".

Uno sciopero entro il 10 maggio. Davanti ai cancelli, fin dal mattino presto, un presidio dei sindacati del settore spettacolo e telecomunicazioni davanti ai cancelli della sede Telecom con striscioni e bandiere. Clima tranquillo. Al presidio hanno preso parte la Slc-Cgil, la Fistel-Cisl, la Uilcom-Uil oltre all'Ugl e alla Cub. Le tre federazioni di categoria Cgil, Cisl e Uil, hanno tenuto inoltre stamane a Roma un'assemblea dei delegati, nel corso della quale è stato deciso che entro il 10 maggio i lavoratori di Telecom, circa 55 mila addetti in Italia ai quali si aggiungono altri 30 mila nelle sedi estere, attueranno uno sciopero per difendere l'unità del gruppo.

La rielezione del cda. L'assemblea odierna deve rieleggere tutto il consiglio di amministrazione. E se per i nomi non sembra ci debbano esserci sorprese, tranne forse per le scelte delle liste di minoranza, per il resto si continua a discutere delle tante incognite nel futuro dell'azienda.

Il consiglio di amministrazione che uscirà alla fine di questa giornata potrebbe avere vita breve, anzi brevissima: infatti se avessero successo le trattative intraprese da Marco Tronchetti Provera per la cessione della maggioranza di Olimpia - Telecom al tandem At&T - America Movil, i nuovi azionisti vorranno naturalmente inserire i propri uomini nel consiglio di amministrazione. Il negoziato si chiuderà entro il 30 aprile: fino ad allora, qualunque "cordata italiana" rischia di arrivare troppo tardi, a cose irrimediabilmente avviate.

La cordata italiana. Alcuni quotidiani avvalorano stamane con decisione l'ipotesi dell'avvenuto accordo tra Silvio Berlusconi e Roberto Colaninno per entrare nella partita Telecom. Altri ricordano genericamente la possibilità dell'"iniziativa italiana", della quale potrebbero far parte anche Leonardo Del Vecchio, i Benetton e le Fondazioni.

D'altra parte molti analisti fanno notare le tante difficoltà delle trattative con le due società americana e messicana. E il "Nessun commento in merito ai rumours riportati dalla stampa italiana" diffuso stamane da un portavoce di Roberto Colaninno potrebbe far pensare che la cordata italiana stia prendendo forma più concretamente di quanto si pensasse nelle ultime ore, e che quindi si scommetta sul fallimento delle trattive con gli americani.

Passera: "Possibile partecipazione azionaria". Entrando in assemblea, il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, ha detto che "Telecom Italia è una società molto importante, potremmo considerare una partecipazione azionaria, se ci sembrasse un investimento conveniente per la nostra azienda e per i nostri azionisti e se fosse coerente con lo sviluppo di Telecom". Il manager ha precisato che si tratterebbe di un "investimento su base temporanea".

giovedì 17 gennaio 2013

Novità su esodati Telecom?

venerdì 11 gennaio 2013

SPIN-OFF telecom

Scorporo rete Telecom, i sindacati: "In ballo 24mila dipendenti"

L'IPOTESI SPIN-OFF

Riflettori puntati sulla questione dell'eventuale spin-off dell'infrastruttura. Stando ai primi calcoli circa il 50% del personale confluirebbe nella newco. Serao (Fistel Cisl): "Che fine faranno gli altri?". Azzola (Slc Cgil): "Non è indifferente capire cosa succederà". Ugliarolo (Uilcom-Uil): "Nessun incontro a breve con l'azienda"

di Paolo Anastasio
L’ipotesi di scorporo della rete di Telecom Italia entra di prepotenza nel confronto fra vertici aziendali e sindacati. E’ questo il tema principale che condizionerà ogni sviluppo per quanto riguarda la riorganizzazione del gruppo. I sindacati sono preoccupati e chiedono in tempi brevissimi un piano industriale per il biennio 2013-2015 per “avere il quadro definitivo della Telecom Italia del futuro – dice Giorgio Serao, della segreteria nazionale della Fistel Cisl – in ballo ci sono 22mila dipendenti, quasi il 50% del personale, che confluirebbero nel nuovo asset della rete in caso di scorporo. Ma preoccupa anche il futuro dei dipendenti che resterebbero all’interno del perimetro aziendale, vale a dire 24mila dipendenti delle attività di customer e i commerciali”.
Oggi come oggi, il futuro dell’azienda è molto incerto perché si ragiona su delle voci. “La questione dell’accesso della rete è troppo importante perché se lo possa sobbarcare il sindacato – aggiunge Serao – è un problema politico, è un problema di Agcom. E’ un problema del Paese. E' un problema di accesso di rete per tutti gli altri operatori, visto che la rete Telecom è nazionale. Noi dobbiamo seguire attentamente il processo senza mettere vincoli di sorta”. L’importante, aggiunge il sindacalista, è “capire come sta in piedi tutto il restante di Telecom Italia anche se si fa lo scorporo della rete – dice – in particolare tutta la parte di customer care, il commerciale. Se si scorpora la rete, che è il business che fa ricavi, vogliamo capire come l’azienda riuscirà a tenere in piedi tutta la parte di customer, le Stat e la commercializzazione. Non vorremmo che con un’eventuale scorporo restasse in piedi un’azienda pesante, che non è in grado di garantire i livelli occupazionali attuali. Per questo siamo anche contrari all’ipotesi di societarizzazione di alcuni rami d’azienda in particolare il customer care”. Insomma, il sindacato allontana lo spettro spezzatino e capire le ricadute per l’azienda in caso di scorporo.
Sulla stessa linea Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil: “La madre di tutti i problemi è cosa succederà con la rete di Telecom Italia – dice il sindacalista - Il tema sullo sfondo di ogni confronto con Telecom, oggi, è se l’ipotesi di scorporo della rete andrà avanti o no e in particolare, se andrà avanti, come si pensa di procedere. Non è affatto indifferente comprendere quanti dipendenti Telecom Italia intende mettere dentro la società della rete. Prima di sapere cosa mi serve in pancia a Telecom, dovrei sapere cosa c’è in pancia a Telecom”. Il problema, secondo il sindacalista, è che si parla di qualcosa che “ignoriamo perché non sappiamo cosa succede con la rete e finché non lo sappiamo è difficile riorganizzare l’azienda”.
Tutti i ragionamenti dei sindacati in questo momento si fanno con questa “clausola sospensiva – dice Azzola – se si farà o meno lo scorporo della rete. Personalmente non penso che lo scorporo della rete sia un'ipotesi dietro l'angolo - continua Azzola - credo che prima si dovrà capire come muoversi con i dipendenti che rientrano dalla solidarietà e che peseranno sulle casse dell'azienda".
Sul tavolo fra vertici aziendali e sindacati incombe il nodo dei 2mila esuberi congelati e la riorganizzazione del gruppo Telecom Italia. Le parti si incontreranno a breve, forse già entro fine mese, e in ogni caso non più tardi del 7 novembre. E’ quella la data di scadenza del contratto di solidarietà firmato due anni fa, che riguarda 30mila dipendenti su un totale di 46mila. Dipendenti che saranno riassorbiti dall’azienda con notevole aggravio sulle sue casse. Il nodo più immediato sono 3.900 persone coinvolte due anni fa nella mobilità volontaria, che però, con l’entrata in vigore della nuova legge Fornero su pensioni e ammortizzatori sociali, rischia di bloccare 2mila esuberi concordati nel 2010. "Difficile discutere su questo tema senza conoscere il piano industriale", dice Serao.
Negli ultimi 10 anni, secondo Azzola, il processo di esubero ha portato all’uscita dall’azienda di diverse migliaia di dipendenti. Un processo interrotto ormai dal nuovo regime pensionistico e che “non ha aiutato l’azienda sul fronte del know how – dice Azzola – perché con l’uscita dei più anziani non si è utilizzato il criterio della professionalità. Oggi l’azienda è mal tarata per quanto riguarda le competenze. Nei prossimi anni, inoltre, non uscirà nessuno”.
Per quanto riguarda la riorganizzazione del gruppo, che potrebbe avvenire secondo Telecom Italia con la societarizzazione dei servizi alla clientela e delle attività IT, i sindacati frenano. “Meglio sarebbe pensare alla creazione di divisioni interne all’azienda – dice Azzola – una soluzione che di certo peserebbe meno sulle casse aziendali, se non altro perché la creazione di una nuova società ha sempre costi più elevati rispetto al mantenimento delle attività in-house”. Tanto più, aggiunge il sindacalista, che diverse attività sia di call center sia di gestione della rete sono già state affidate in outsourcing. “Ma potrebbero essere reinternalizzate – aggiunge Azzola – chiudendo le diverse sedi piccole sparse nel paese e ricorrendo magari al telelavoro. Ma per fare ciò serve un salto culturale enorme”. Quindi, sarebbero due le linee di pensiero più accreditate e contrapposte per la riorganizzazione: da un lato, l’istituzione di aziende di scopo, dall’altro la reinternalizzazione di una serie di attività ad oggi affidate in outsourcing, come ad esempio il call center.
“Non c’è nessun incontro programmato con l’azienda a breve anche perché prima di discutere con Telecom Italia del piano industriale vogliamo che si chiuda il contratto nazionale – dice Salvatore Ugliarolo, segretario nazionale della Uilcom Uil – Venerdì c’è sciopero nazionale e finché la vertenza sul contratto nazionale non sarà chiusa non ci sono le condizioni per sedersi al tavolo con l’azienda”. Per quanto riguarda l’ipotesi di scorporo e la riorganizzazione in vista, "la posizione della Uil non è favorevole alla societarizzazione, soprattutto per il mondo della customer, siamo invece favorevoli alle divisioni - aggiunge Ugliarolo - Per quanto riguarda l’ipotesi di scorporo, vorrei sottolineare che ho chiesto pubblicamente a Roberto Sambuco, capo dipartimento alle Comunicazioni, di approfondire il tema della rete Telecom".